Orientamento post diploma

La scelta tra università e carriera lavorativa

Al termine della scuola secondaria si pone l’alternativa tra l’università oppure iniziare una carriera lavorativa. In realtà questa non è propriamente una scelta poiché, in molti casi, sussistono una serie di fattori oggettivi che possono determinare la decisione, a partire dalle condizioni economiche che possono rendere necessario l’ingresso nel mondo del lavoro anche in presenza di motivazioni che potrebbero portare all’università. La decisione sembrerebbe scontata: potendo scegliere, è sicuramente preferibile proseguire con l’Università. Tutti gli studi confermano che, a parità di condizioni, i laureati hanno maggiore facilità nel trovare lavoro, hanno possibilità di carriera più consistenti e hanno risultati economici più soddisfacenti; quindi, in sostanza, potendolo fare, la scelta dell’università e sicuramente preferibile.

Occorre tuttavia fare considerazioni circa il fatto che esiste un cospicuo numero di giovani che si iscrivono all’università ma che successivamente rinunciano. Talvolta, poi, la rinuncia avviene dopo anni di tentennamenti, cambi di facoltà e numerosi anni fuori corso. Dunque, la scelta universitaria è sicuramente preferibile ma bisogna portarla a termine; è qui che entrano in gioco alcuni fattori che possono essere interpretati come un sintomo di una decisione non ben ponderata. Questi fattori si possono ricondurre sostanzialmente alla motivazione effettiva che si possiede nel proseguire degli studi. Per molte persone il proseguimento degli studi è solo un fatto d’inerzia, cioè automaticamente, finita la secondaria, si prosegue con l’università senza neppure chiedersi se ne si ha veramente voglia, se si hanno degli interessi specifici, se si hanno delle motivazioni convincenti, se si hanno delle capacità che possono risultare premiate o esaltate da un corso di studi e, soprattutto, se si ha una effettiva propensione a partecipare a un percorso formativo. Nella letteratura di settore è stato coniato il concetto di formabilità ed è stato anche messo a punto uno strumento specifico per valutarla; l’indicatore di formabilità segnala, in sostanza, la possibilità di partecipare con successo a un percorso di apprendimento.

In conclusione, si può senz’altro affermare che la scelta universitaria è preferibile, ma occorre fare i conti con le proprie risorse e le proprie capacità. Inoltre, bisogna fare attenzione a non commettere l’errore di considerare la scelta della carriera lavorativa come un ripiego, una scelta riservata a coloro che non hanno i mezzi o le possibilità di andare avanti negli studi. In una società come la nostra, caratterizzata da processi di trasformazione, da innovazione, dal fabbisogno di aggiornamento continuo e dalla necessità di acquisizione di competenze lungo tutto l’arco della vita, un corso di studi può essere intrapreso in qualunque momento, non necessariamente immediatamente a valle della scuola secondaria. In altre parole, non ci sarebbe niente di sbagliato se una persona optasse per un pronto inserimento nel mercato del lavoro rinviando, al momento in cui le motivazioni sono più chiare e le capacità più definite, la decisione di iscriversi a un corso di studi. Bisogna però essere sempre coscienti del fatto che lavorare e imparare contemporaneamente richiederà un sacrificio e un impegno decisamente superiore.

Autore di questo articolo è Giorgio Sangiorgi, Professore di Psicologia delle Organizzazioni e creatore di MITO

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